Nuovo appuntamento degli incontri con gli autori organizzati dall’Unitre di San Nicandro Garganico.
Venerdì 12 maggio alle 17,30 presso la sede in via Umberto I°, n. 90, sarà rievocata una delle pagine più drammatiche del Primo Dopoguerra italiano: il delitto di Giacomo Matteotti, incontrando Teresa Maria Rauzino, curatrice del volume “Mauro Del Giudice. Il magistrato che fece tremare il Duce”.
La relatrice, presidente della sezione Gargano Nord della Società di Storia Patria per la Puglia, ha pubblicato le “Memorie” inedite e la “Cronistoria del Processo Matteotti” di Mauro Del Giudice, magistrato originario di Rodi Garganico, noto per aver portato avanti con coraggio l’Istruttoria del processo Matteotti nel 1924. L’ incontro inizierà con i saluti di Rosa Ricciotti, presidente dell’Unitre e di Matteo Vocale, sindaco di San Nicandro Garganico. A moderare la serata ci sarà la prof.ssa Lucia Grana.
Ecco l’Abstract del volume:
“Tribunale di Roma, anno 1924.Istruttoria del processo per l’assassinio dell’onorevole Giacomo Matteotti con un imputato eccellente: il Regime Fascista. Il clamore dell’avvenimento è difficile da contenere nell’ambito giudiziario senza sconfinare nella politica prevaricante di quegli anni, che non è disposta ad essere messa sotto accusa.
Come raccontano le cronache dell’epoca, Mauro Del Giudice, Istruttore di quel processo, dispiega doti di rettitudine morale, di saggezza e rigore professionali maturati in decenni di lavoro al servizio della Giustizia. Una carriera – come emerge nelle pagine delle sue Memorie – costellata di successi ma anche di delusioni all’interno della magistratura, che lo misero a dura prova ma non fiaccarono mai il suo spirito. I giudizi e le considerazioni sui “vizi del sistema”, da lui colti con acume nei primi cinquant’anni del XX secolo, sono illuminanti.
Nel 1947 Mauro Del Giudice scrive la “Cronistoria del processo Matteotti”. Con le “Memorie” è ancora oggi un testo di scottante attualità.
In quel periodo il magistrato rodiano vive a Vieste, dove si era ritirato dopo le turbinose vicende che l’avevano visto testimone critico del suo tempo”.
È bandito il “Premio Letterario Internazionale IL TRATTURO MAGNO” III^ edizione, la cui cerimonia di premiazione si terrà nella città di Foggia sabato 25 novembre 2023, alle ore 16,00 presso il Palazzo della Dogana.
I Tratturi, una rete di antichi percorsi che ci raccontano la storia di ieri e ci prospettano un futuro di rigenerazione sociale ed economica dei territori attraversati. La pastorizia transumante, che sedimenta i Tratturi sul territorio italiano si afferma nel corso della rivoluzione neolitica, (in Italia intorno al 4000 a.c. ) con variazioni spazio temporali tra le diverse regioni.
Le radici del fenomeno si possono trovare nelle antichissime abitudini dell’uomo che, seguendo sia il proprio istinto, sia il moto delle stelle, il corso dei fiumi e i pascoli per il bestiame, diviene migrante periodico. Prima che Roma incidesse sulla penisola con il più grande disegno stradale dell’antichità, i Tratturi erano già in uso nei traffici commerciali e spostamenti umani. Il nome Tratturo compare durante gli ultimi secoli dell’impero romano, come deformazione del termine latino tractoria, vocabolo che, nei Codici di Teodosio (401-460) e di Giustiniano (482-565), designava il privilegio dell’uso gratuito del suolo di proprietà dello Stato, che venne esteso, in tal senso, al transito delle greggi.
La transumanza ha costituito, nella realtà storica, un fenomeno molto complesso, che ha coinvolto diversi aspetti della vita e della cultura dei popoli che hanno vissuto questa esperienza. Nata come migrazione spontanea degli animali che seguivano i pascoli più verdi, divenne nel IV secolo a. c., un fenomeno gestito e controllato dal popolo dei Sanniti e già nel VII secolo a.c. i Dauni dell’antica Arpi (nome della città di Foggia derivante dal greco) trattavano dei pascoli con la tribù dei Marsicani del piano del Fucino. Per la natura specifica dei territori d’Abruzzo si affermano l’allevamento ovino e la “transumanza inversa”, ovvero risiedere stabilmente con le famiglie nelle città di montagna e scendere in pianura d’inverno; in altri paesi europei si risiedeva vicino al mare e si andava d’estate in montagna. Questo segna il paesaggio, condiziona la nascita di città, centri religiosi e fiere che si sviluppano lungo il tracciato dei Tratturi. Consolidatosi in epoca romana, con il potere centralizzato in grado di gestire i pascoli in montagna ed in pianura, la pastorizia transumante si riduce con la frantumazione del governo del territorio nel periodo dell’alto medioevo; riprende dopo l’anno Mille con i Re Normanni e con Federico II.
Lo sviluppo massimo della pastorizia transumante e la più ampia struttura della rete Tratturale regia inizia dal XV sec. con Alfonso d’Aragona il Magnanimo, il quale, anche con riferimento alla Mesta spagnola, nel 1447 definisce i Tratturi e la Dogana di Foggia con “la mena delle pecore in Puglia”. Questo all’interno del Regno di Napoli e del nuovo potere centralizzato nella “Corona”. La Dogana per la Mena delle pecore, era un’istituzione fiscale, con sede a Foggia, che provvedeva ad affidare pascoli e ad esigere tributi. Il sistema socio-economico della transumanza, svolta attraverso i Tratturi, si conservò stabile per circa quattro secoli fino al 1806, quando Giuseppe Bonaparte ne sancì il termine. In realtà i Borboni fecero ulteriori tentativi per riaffermare il modello, ma ormai il meccanismo di declino era avviato.
Nel XIX sec. la pastorizia transumante cedette il passo all’agricoltura e, anche se forme private di transumanza continuarono a sopravvivere, divennero sempre più modeste. Oggi la transumanza delle greggi è estremamente ridotta e si realizza con i camion; tuttavia è fondamentale comprendere come questo fenomeno abbia caratterizzato, per secoli, il territorio abruzzese, molisano e pugliese.
L’intera rete dei Tratturi va da L ’Aquila a Taranto e copre 3000 Km. Il più importante dei Tratturi regi, (tre i principali e due rami che riconducono ad essi), è Il Tratturo Magno, lungo 244 Km, che parte dalla Basilica di Collemaggio de L’Aquila, costruita grazie ai proventi ricavati dai lanari, ricchi commercianti legati all’economia della transumanza, e arriva a Foggia. Si tratta del più “adriatico” dei Tratturi.
Questo Tratturo convogliava le enormi greggi (milioni di capi) che partivano dal Gran Sasso, il Sirente e la Maiella, per portarle fino al Tavoliere delle Puglie, dopo aver lambito l’Adriatico, unico caso in cui le pecore e i pastori arrivavano a toccare il mare. Il tracciato del Tratturo Magno si è conservato abbastanza bene, pur con le variazioni intervenute con l’urbanizzazione e la realizzazione di reti stradali moderne (strade, ferrovie). Resistono presenze architettoniche, (chiese pastorali), cippi, fontane, radure di riposo, tracce di attraversamento dei fiumi etc. Segni importanti di un percorso caratterizzato dall’esperienza economica ed umana, ma anche spirituale e religiosa. Queste chiese erano dei fari nelle difficoltà che i pastori potevano incontrare, posti di ristoro dalla fatica e dalle malattie; a questo proposito, è il caso di citare l’Abbazia di San Leonardo, a Siponto, che aveva un vero e proprio ospedale, dove i transumanti e i pellegrini diretti alla grotta dell’Arcangelo Michele di Monte Sant’Angelo venivano curati in caso di malattia dai Padri Canonici di Sant’Agostino. Senza ombra di dubbio, le chiese tratturali e i tabernacoli sono la testimonianza tangibile del legame tra i transumanti e Dio, ma anche espressione degli aspetti più elevati della vita, come l’arte, espressa proprio in queste chiese, spesso costruite con i proventi della transumanza. Era un voler ringraziare il Signore per la protezione del lungo viaggio che i pastori dovevano affrontare. Santa Maria dei Cintorelli, San Paolo di Peltuinum, San Nicola di Pettorano sul Gizio, la mastodontica Abbazia celestiniana ai piedi del Morrone, sono solo alcune delle chiese che esprimono questo bisogno di spiritualità, che va salvato, valorizzato per il profondo significato religioso che aveva per i pastori.
Per queste molteplici ragioni, queste chiese e il Tratturo Magno sono oggi oggetto di studio sistematico, e di progetti di riuso con una finalità diversa dal passato, ovvero come “cammini dei pastori” per pedoni, cavalli, altri animali e bici, ove le pecore in piccoli gruppi svolgono con i l pascolo la manutenzione delle aree.I Tratturi, le chiese tratturali e tutti gli altri monumenti architettonici e naturali vanno quindi tutelati come beni fisici e della memoria storica delle genti d’Abruzzo, Molise e Puglia perché sono un Museo a cielo aperto. Queste meravigliose vie erbose, disseminate di arte, sono state battute da vite, vicende umane, storie e Storia, che vogliamo far rivivere, non come fatto puramente nostalgico, ma perché nulla più della Storia, intrisa di radici, le nostre, può renderci uomini più consapevoli, capaci di battere le vie del presente e progettare, sulla memoria condivisa, un futuro.
Anche quest’anno abbiamo deciso che la maniera più bella per preservare tutto questo sia dare spazio al Premio letterario che, come nelle precedenti edizioni, intende dare voce alle emozioni ispirate a queste vicende umane, sociali, economiche e spirituali, perché diventino un momento corale, per approfondirne la conoscenza, attraverso i ricordi, i sentimenti, le invocazioni o, semplicemente, lo sguardo, attuale o retrospettivo, sul paesaggio nel quale questa esperienza umana si è dipanata. Dopo il successo della prima e della seconda edizione, confidiamo ancora nella creatività degli autori, perché questa importante vicenda umana non cada nell’oblio. Questo può accadere con la consapevolezza che i Tratturi sono autentici “cammini” laici e religiosi. Con la volontà di voler sviluppare attraverso gli strumenti culturali della letteratura, ma in seguito anche con altri linguaggi artistici, (fotografia, pittura, architettura paesaggistica, video etc.) iniziative aperte al mondo internazionale. Il pensiero va ai tanti italiani emigrati e ai loro eredi di seconda e terza generazione, (in America del nord e del sud, in Australia, in Canada, in Europa etc..) che già praticano il turismo delle radici e che potrebbero produrre testi dettati dalla memoria storica dei loro nonni.In tal senso il nostro bando accetta testi in lingua straniera con traduzione a fronte, da parte di coloro che hanno voluto conservare, come preziosa memoria, i ricordi di questa esperienza che ha toccato tantissimi comuni, solo il Tratturo Magno ne attraversa cinquanta. Aprire il concorso ai giovani che partendo dalle tracce della memoria possano immaginare vite nuove in luoghi di grande sedimentazione storica e culturale, luoghi ove vivere il presente e il futuro. Solo così la memoria aiuta il domani e non è consolazione del passato o puro piacere nostalgico.
REGOLAMENTO
ART. 1.
Traccia
La transumanza non è stata solo un fenomeno economico, sociale, etnologico, culturale, intriso di una sua profonda sacralità; essa è stata un habitus umano, che nasceva da necessità, ma anche speranze, tradizioni, cultura e nelle stesse si riversava, per intriderle di valori essenziali. Il transumante, nel suo viaggio, portava la sua terra ovunque e, al ritorno, faceva confluire in essa il bagaglio di esperienze e conoscenze nuove, per arricchirla. Era un viaggio totale, quello del pastore transumante, anche spirituale, le chiese tratturali e i tabernacoli ne sono la testimonianza. Il pastore avvertiva l’interiore necessità di raccomandarsi a Dio e ai Santi protettori, primo fra tutti l’Arcangelo Michele, perché proteggessero il suo cammino e quello del suo gregge. Questa esigenza ha intriso di religiosità i Tratturi, arricchendoli di arte e cultura, che devono essere raccontate, per scacciare i fantasmi dell’ indifferenza e dell’’oblio; d’altronde, i Tratturi sono ancora lì, a dispetto delle autostrade, dell’alta velocità, dei raccordi e delle tangenziali, a sussurrare il loro carico di vissuto, la loro vocazione millenaria a insegnare, a testimoniare a quanti sceglieranno di percorrere e ri-percorrere quei tracciati esistenziali, facendo rivivere le radici, per costruire nel presente le premesse per un futuro solido. Onorare la resistenza messa in atto dai Tratturi è un dovere storico, civico, morale, umano.Quale grande, potente, irrinunciabile insegnamento doneremmo a noi e al nostro tempo frenetico, se riuscissimo a seguirne i tracciati e ad attraversarli con lentezza, fermandoci a meditare, per costruire Tratturi interiori di spiritualità e umanità. Si immagini di ripercorrere questi cammini, i loro luoghi, si raccontino le emozioni, le speranze, le intime preghiere del pastore, estraendone il valore autentico e senza tempo, che restituirebbe voce e verità ad essi e profondità al nostro viaggio esistenziale.
ART.2
Requisiti per la partecipazione alla sezione Prosa.
Il testo, inedito, in lingua italiana o altra lingua, con traduzione a fronte, è una composizione in prosa, dattiloscritta, della lunghezza massima di cinque cartelle, da inviare in formato word (non sono ammessi pdf, altri formati o fotografie del testo) in copia elettronica a info@concorsoilrovo.it. Si può concorrere con un solo testo in prosa. Saranno considerati fuori concorso i lavori che superino la lunghezza indicata dal bando.
ART. 3. Requisiti per la partecipazione alla sezione Poesia.
Il testo, inedito, in lingua italiana, vernacolo o altra lingua, con testo italiano a fronte, è una composizione in versi, o prosa poetica, dattiloscritta, della lunghezza massima di 30 versi o, nel caso della prosa poetica, di 100 parole, da inviare in copia elettronica, esclusivamente in formato word a info@concorsoilrovo.it. Si può concorrere con due testi poetici. Saranno considerati fuori concorso gli elaborati che superino la lunghezza massima di 30 versi o di 100 parole nel caso di prosa poetica o che non siano inviati in formato word.
ART.4.
Requisiti per la partecipazione alla sezione Saggi.
Il testo, inedito, in lingua italiana o altra lingua, con traduzione a fronte, deve strutturarsi come saggio, il cui contenuto riguardi la storia dei Tratturi e della transumanza; la lunghezza massima dello stesso non potrà superare le 20 cartelle, da inviare in copia elettronica, esclusivamente in formato word, a info@concorsoilrovo.it. Saranno considerati fuori concorso gli elaborati che superino la lunghezza delle 20 cartelle standard e che non siano inviati in formato word.
ART.5.
All’elaborato, redatto secondo la modalità stilistica prescelta, il candidato dovrà allegare una presentazione delle proprie generalità anagrafiche (nome, cognome, data di nascita), indicazione dei recapiti telefonici e postale, l’indirizzo email, breve biografia, con espresso consenso al trattamento dei dati personali e degli elaborati inviati.
ART.6
Il termine ultimo per la partecipazione al concorso è fissato al 30 settembre 2023. Per eventuali chiarimenti e precisazioni sono disponibili i seguenti contatti telefonicitelefonici 347 6836508 / 342 1759429E mail: info@concorsoilrovo.it
ART.7
Saranno premiati i primi tre classificati delle sezioni Prosa, Poesia e Saggi.I primi finalisti della sezione Prosa, della sezione Poesia e della sezione Saggi verranno premiati rispettivamente con 1.000 € e una targa ricordo. I secondi classificati verranno premiati con 300 € e una targa ricordo. I terzi classificati verranno premiati con una targa ricordo e con prodotti dei territori.I vincitori saranno avvisati tempestivamente. I risultati saranno resi pubblici.ART.8I membri della giuria con eventuali rapporti di parentela con i partecipanti si asterranno dalle votazioni, con menzione nel verbale. La giuria ha facoltà di non assegnare premi e attribuire menzioni, se le opere non dovessero risultare meritevoli.
ART.9
I vincitori del premio letterario il Tratturo Magno nonché i vincitori del concorso gemellato “Il Rovo” che vorranno partecipare alla cerimonia di premiazione del concorso IL TRATTURO MAGNO avranno un voucher, che permetterà loro di pernottare nella città di Foggia e riceveranno una targa ricordo dell’evento.
Gemellaggio
Il Concorso letterario “il Rovo” è onorato di ospitare anche quest’anno una realtà culturale gemella, il concorso letterario “Il Tratturo Magno”, dedicato all’esperienza della transumanza, condivisa da più territori l’Abruzzo, il Molise e la Puglia, che intendono preservare e custodire questa preziosa esperienza umana, frutto di un indimenticabile periodo della vita agropastorale; un’ esperienza che ha generato un autentico spirito comunitario, frutto dell’incontro di vite e destini che sapevano di boschi e di pianure, di aspra fatica e di profondi scambi.
Questo prezioso patrimonio va preservato, ricordato, valorizzato, evocato, perché le imprese collettive cementano gli uomini, li rendono per sempre legati ai luoghi, a una storia condivisa.Il senso di questo premio è dare risalto a una realtà ora di nicchia, per renderla universalmente fruibile.
Il premio il TRATTURO MAGNO è la prova tangibile che la memoria storica è rimasta nei territori dell’Abruzzo, del Molise e della Puglia e merita di essere conosciuta in tutto il territorio nazionale, per la valorizzazione e rigenerazione di territori ricchi di storia, cultura, architetture ed opere d’arte uniche, dagli Appennini all’Adriatico.
Anche quest’anno Rodi Garganico, dopo la festa al Convento dello Spirito santo (29 Aprile) e del Primo maggio, si prepara a festeggiare sabato 6 maggio la Sagra delle arance. Il programma della giornata prevede alle 10 l’apertura degli stand di prodotti tipici e artigianato presso piazza Rovelli e piazza Garibaldi. Alle 10.30 seguirà la passeggiata nell’oasi agrumaria. Alle 17 ci saranno i danzatori itineranti del “Gruppo Mamme e Arance Birichine”. Alle 19.30 è infine previsto uno spettacolo itinerante di balli popolari con il gruppo folkloristico viestano “La Vestesene”.
Questa tradizione rodiana risale agli anni Cinquanta del secolo scorso. Sulla stampa d’epoca, in un interessante reportage del 31 maggio 1950 pubblicato da “Il Faro” di Vieste, l’inviato Nicola Mendolicchio ci fa respirare la particolare atmosfera della prima “sagra degli aranci”: «Un delizioso profumo di zagare ci ha dato il primo saluto. E il mormorio delle canne ondeggianti nei giardini e gli echi frangenti del mare e il canto degli uccelli ci dicevano, in dolce armonia, che Rodi era in festa. Infatti la piazza è adorna di rami di arancio con dorati frutti. E a grappoli, in casse e cassette, gli esportatori fanno bella mostra di agrumi sotto pubblicitarie insegne multicolori indicanti gli annali commerciali delle industrie cittadine».
In questo incantevole scenario, due affascinanti e prosperose fanciulle, con piacevole civetteria, appuntano dei fiori di arancio sulle giacche dei partecipanti alla sagra. Le cineprese della settimana Incom, con gli operatori della “Radiosquadra”, sono attivissime a registrare i momenti salienti della sagra, inaugurata dal sindaco Ruggiero a cui il prefetto Donadu, l’onorevole Vocino e il commendatore Bisceglia rispondono con parole di vivo plauso «per l’impulso di rinascita dato alla popolazione, volenterosa di superare la crisi economica causata dalla scomparsa della marineria, in seguito alla perdita di mercati d’oltremare e alla limitazione del raggio di pesca nelle acque dell’Adriatico per interventi jugoslavi».
All’esposizione dei mercati agricoli industriali, inaugurata dalla onorevole Giuntoli, segue la visita alla mostra del libro e a quella fotografica di Vincitorio nel locale del Cral.
Subito dopo, inizia il convegno dei parlamentari e dei giornalisti. Il sindaco Ruggiero e il comitato organizzatore hanno riunito ospiti illustri: il senatore Tamburrano, gli onorevoli de Meo, De Caro, Reca e Monterisi; Mario Ciampi, presidente dell’Apt di Foggia; Angelo Fini, collaboratore del “Faro”, l’avvocato Giuseppe d’Addetta, direttore de “Il Gargano” e molte altre personalità. Il sindaco Ruggiero espone i bisogni di Rodi, indispensabili per la rinascita del paese: irrigazione, rete elettrica e idrica, completamento di strade, educazione delle popolazioni per favorire lo sviluppo turistico. I parlamentari assicurano che tutto sarà fatto per la risoluzione di tali problemi. Solo il dottor Russo si è soffermato sui problemi di tutte le località garganiche, dando particolare risalto alla necessità del prolungamento della Ferrovia fino a Vieste.
Dopo il convegno, le autorità e la stampa visitano la campagna di Ricucci, “re degli agrumari garganici”. A sera, sfilano i carri allegorici, «spettacolo folkloristico veramente bello».
Le organizzatrici del «Concorso Letterario Il Rovo» di Cagnano Varano, nell’ambito della militanza culturale volontaria che le caratterizza, dopo il seminario di scrittura creativa incentrato sul racconto breve con le studentesse dell’IISS “De Rogatis Fioritto” di Cagnano, hanno organizzato un «Contest letterario» su Instagram e Facebook, che iniziato il 1 maggio terminerà il 14 maggio 2023.
Un contest incentrato sulla figura della mamma e della donna lavoratrice, che si rivolge a giovani (entro i 18 anni) e adulti, per rendere visibile il lavoro, svolto sia in casa che sul posto di lavoro, dalle donne.
2. Pubblicate un racconto di 50 parole (è il massimo per essere ammessi) più una foto con un tag al Concorso il Rovo sul tema “donne e lavoro, mamme e lavoro, lavoro intra-familiare e domestico, disparità di genere nell’ambito lavorativo”, partendo dallo scambio immaginario di battute tra due bambini “-Mia mamma lavora. -La mia no”.
In palio per i racconti vincitori (1 premio per gli adulti e 1 premio per i ragazzi), la versione italiana del libro di Caitlin Moran “More than a woman”, che affronta con intelligente umorismo temi riguardanti la donna e il suo ruolo nella società.Il terzo evento portante sarà il “Concorso letterario Il Rovo”: si distingue tra i pochi del suo genere in tutta la regione perché incentrato sul racconto breve. La serata di premiazione si terrà a Cagnano Varano il 12 agosto 2023.
Il progetto “Maieutica della poetica. Le donne partoriscono cultura e incanto in una terra arida e marcata dalla disuguaglianza” della Pro Loco di Cagnano è patrocinato dal Consiglio Regionale della Puglia nell’ambito di “Futura, La Puglia per la parità”.
Interventi, testimonianze, fotografie, letture di testi tratti dalle sue opere e presentazione del sito www.mimmoaliota-memoriadivieste.itnel primo decennale della sua scomparsa
Il 25 Aprile 2023, a Vieste alle ore 18,30 nella Sala Conferenze “Andrea Medina” della Lega Navale ( Molo Sud Porto), si terrà il convegno: “Mimmo Aliota. Un modo nuovo di scrivere la Storia di Vieste”.
L’evento è organizzato dalla Società di Storia Patria per la Puglia, dalla Lega Navale e dall’Assessorato alla cultura del Comune di Vieste, per ricordare Aliota nel decimo anniversario della sua scomparsa. Lo scrittore si era spento serenamente tra i suoi cari il 16 gennaio 2013.
La scaletta della serata prevede, dopo i saluti istituzionali di Giuseppe Nobiletti (sindaco di Vieste), di Rossella Falcone (vice-sindaco) e di Grazia Maria Starace (assessora alla cultura), gli interventi di Rosalba Aliota, Teresa Maria Rauzino e Maria Eleonora Mafrolla, intervallati dai ricordi e dalle letture di stralci delle varie opere di Aliota a cura di Mimì Spina Diana, Carmela Esposito, Michela Di Perna, Isa Cappabianca, Raffaele Pennelli, Franco Ruggieri e Franco Aliota.
Coordinamento a cura di Franco Ruggieri.
Giacomo Aliota ( per gli amici Mimmo), nato a Vieste il 12 gennaio del 1926, svolse una intensa attività educativa, politica e culturale con il costante obiettivo di omaggiare, decantare e servire la sua amata città natale. Fu tra i fondatori de ‘Il Faro di Vieste’, nel quale pubblicò dal 1949 appassionati articoli di carattere sociale e politico, con uno sguardo sempre rivolto alle tradizioni popolari. Per diversi anni, grazie alla sua scrittura graffiante e fluida, collaborò con l’I.S.I (Informazioni Stampa Internazionale) e con le testate nazionali “Il Paese” ed il ‘Paese Sera”.
E’ stato redattore della rivista di cultura – ambiente e turismo ” Puglia Daunia”.
Dal 1980 ricoprì la carica di presidente del Centro di Cultura “Niccolò Cimaglia”, in collaborazione con vari studiosi. Tale Centro promosse interessanti avvenimenti culturali e pubblicò varie opere di ricerca e di recupero storico.
Aliota fu socio fondatore della sezione di Vieste della Società di Storia Patria per la Puglia, di cui ricoprì anche la carica di presidente, allacciando attivi rapporti con i soci dei paesi limitrofi e in particolare con Cristanziano Serricchio, della sezione di Società di Storia Patria di Manfredonia.
Molto ricca e variegata la bibliografia delle sue opere: “Il sacrificio del cacciatorpediniere Turbine” (1988); “Il mio paese. Vita e immagini di Vieste dei primi del Novecento” (Iaconeta Vieste 1993); “Vieste primo amore” (Iaconeta Vieste 1995); “I racconti della sera” (1998); “Vieste nel primo Novecento. I fatti e gli uomini straordinari che lo segnarono” (Litostampa Foggia 2000); “I trabucchi del Gargano” (Edizioni del Parco 2002); “L’ospedale e la casa di riposo per anziani” (Leone Editrice Foggia 2003); ‘Viestani brava gente” (Leone Editrice Foggia 2005); “Strapaese. Le nostre storie” (Leone Editrice Foggia 2006); “Il porto di Vieste. Una triste storia a lieto fine” (Iaconeta, Vieste 2007).
La rete di studiosi e di ricercatori della Carta di Calenella, prosegue la sua attività itinerante facendo tappa il 26 aprile nella bellissima città di Ischitella.
Come a San Giovanni Rotondo, Monte S. Angelo, Apricena, Rodi Garganico, Carpino, questa adunanza di Ischitella ha come tema gli “Ambiti di studio e ricerca della Carta di Calenella”, affinché altri studiosi possano illustrare i settori disciplinari di ricerca di cui si sono occupati o di cui si stanno attualmente occupando.
Il fine resta sempre lo stesso: riaprire, in un contesto territoriale spesso asfittico, la rete virtuosa dei rapporti tra istituzioni, associazioni, cittadini, elevando e mettendo in rilievo gli spazi della cultura, delle arti, delle scienze, della conoscenza, favorendo la presenza di presidi culturali aperti al territorio e alle sue esigenze e che siano strumento di mobilitazione culturale e civica e di integrazione dei diversi saperi.Importante anche mantenere e rinsaldare i rapporti con i tanti studiosi e ricercatori del Gargano e della Capitanata che vivono fuori dal nostro territorio per scelta personale o per esigenze di lavoro.
Lo stesso dicasi per quegli studiosi, che pur non essendo nati nel nostro territorio, se ne sono occupati con studi e ricerche.
Anche questa adunanza, come le precedenti di Rodi Garganico e di Carpino, presenta un numero ridotto di dissertazioni, in modo tale da permettere nella sessione pomeridiana, che si svolgerà in località “Fontanelle” dalle ore 16, la nuova esperienza dei presidi culturali, sperimentando la formula di immergersi nelle emergenze socio-ambientali del territorio con tutte le sue competenze di studio, ricerca, approfondimento della Carta di Calenella, producendo documentazioni video, foto, articoli di conoscenza e di sensibilizzazione.
Il tema del presidio culturale di Ischitella sarà il seguente: “Le sorgenti del Gargano. Preziosa presenza di acqua dolce abbandonata, in tempi di emergenza idrica e di cambiamenti climatici”. Un tema che intende affrontare una delle più gravi emergenze ambientali del Gargano e della Capitanata, un tema che dovrà essere affrontato dagli specialisti della Carta con un approccio interdisciplinare (storico, giuridico-amministrativo, scientifico-naturalistico, agronomico, ecc.), al fine di suggerire soluzioni locali alla grave emergenza.
Nell’adunanza del 26 aprile (la sesta del ciclo Ambiti di studio e ricerca della Carta di Calenella. I protagonisti a confronto), che si svolgerà presso la Sala Consiliare del Comune di Ischitella dalle ore 10.
Dopo l’introduzione di Nello Biscotti e i saluti del sindaco Alessandro Nobiletti, si alterneranno le seguenti dissertazioni relative a esperienze di studio, di ricerca, di produzione culturale in ambiti diversificati e multidisciplinari:
Lucrezia Cilenti (Le vie dell’acqua- Percorso di una biologa marina);
Domenico Sergio Antonacci (Aprile ’23: il diario di viaggio della visita al Gargano del Principe Umberto di Savoia);
LauraMaggio (“Siticulosa Daunia”. Fiumi, torrenti, rivoli nella geografica garganica);
Caputo Giuseppe (Radici per tornare e motivi per rimanere);
Ida Maria D’Errico (La Guida Ambientale Escursionistica biglietto da visita del territorio per il turismo green).
A chiusura della sessione mattutina ci sarà uno spazio aperto agli uditori.
La sessione pomeridiana, dedicata al presidio culturale su acqua e sorgenti del Gargano, avrà i seguenti contributi di approfondimento:
Michele Morsilli (La pioggia che scava, corrode, si infiltra: un viaggio attraverso le rocce garganiche e la formazione delle sorgenti);
Giovanni Russo ( Le sorgenti del Gargano: una risorsa dimenticata);
Giuseppe Laganella (Le sorgenti di Ischitella nei documenti ottocenteschi).
Viaggio in Capitanata dei luoghi e personaggi migliori
Alla vigilia del primo anno di vita, anche questo numero della rivista foggiana “Diomede. Tra passato e futuro”, presenta numerosi servizi, chicche, interviste e curiosità storiche.
Con il terzo Focus, copertina e grande spazio dedicati a Bovino e alla sua grande bellezza. Come Sant’Agata di Puglia e Biccari, anche Bovino è stata insignita della “Bandiera Arancione” del Touring Club d’Italia. Ma questo comune è ed ha molto altro: rientra nel Club dei “Borghi più Belli d’Italia” ed è stato riconosciuto dal Ministero “Città d’Arte”. A questi tre importanti riconoscimenti si sommano altre quattro pregnanti definizioni: Bovino è il Borgo degli 800 portali di pietra; è la città delle Stele; è la Porta del Romanico pugliese ed è la Città dell’Illuminismo francescano. L’abbiamo perlustrata da cima a fondo perché la visitiate in ogni periodo dell’anno.
Nel sommario di questo numero – tra gli altri interessanti articoli – la proposta di far rientrare tra i siti “Patrimonio dell’Umanità” dell’UNESCO anche i rosoni delle splendide cattedrali di Capitanata e di Puglia; l’altro sconosciuto quotidiano – “il Rinnovamento” – che Foggia ha avuto, dopo il 1874 e prima del 1983; uno sguardo alla stampa di Capitanata durante il Fascismo; la battaglia per restituire alla sua primitiva bellezza Palazzo Trifiletti; la scoperta della Collezione di santini di Emilio Berlantini, tra le più imponenti d’Italia e che lascia senza fiato per bellezza e rarità di taluni esemplari; la storia del misterioso Kirloy, un originale graffito rilevato anche a Foggia durante la 2a Guerra mondiale; la bella figura di Ernesto De Maio, annullata durante il Fascismo e che risplende nel libro di Alfonso Palomba; la scoperta di come, quando e con chi nacque il teatro dialettale foggiano in un raro articolo di Gino La Capria; una chicca sportiva legata alle Olimpiadi del 1956 quando, nella lontana Australia, partecipò con la nazionale italiana di canottaggio anche Antonio Amato, un giovane marinaio delle Isole Tremiti.
Molto spazio, poi, riservato a teatro, cinema e musica con le interviste a due interessanti figure – l’attore foggiano Roberto Galano e il regista manfredoniano Vincenzo Totaro – e la scoperta di un originale CD musicale realizzato da tanti “cantastorie” di Capitanata.
Dulcis in fundo, le apprezzate rubriche di apertura (Accadde Oggi; Associazioni benemerite in vetrina, recensioni librarie) e di chiusura con cinque Quiz e quattro difficili Foto-Quiz, le cui risposte vengono riportate in questo stesso numero, come in tanti chiedevano.
“Quattro numeri fa – sottolinea l’editore Francesco de Vito – “Diomede”tornava nelle edicole e librerie di Foggia e di parte della provincia, per ‘segnare’ il territorio con una presenza più marcata e significativa. Scopriamo, numero dopo numero, che la rivista continua a non deludere le aspettative di lettori, abbonati e inserzionisti”.
La rivista è in vendita nelle edicole e librerie di Foggia, e nei Comuni principali della provincia, oltre che spedita in abbonamento postale in tutta Italia.
DIOMEDE. TRA PASSATO E FUTURO
Rivista di attualità, cultura, storia e promozione della Capitanata
La rete di studiosi e di ricercatori della Carta di Calenella, prosegue la sua attività itinerante facendo tappa il 25 marzo nella bellissima città di Carpino
Come a San Giovanni Rotondo, Monte S. Angelo, Apricena, Rodi Garganico, questa adunanza di Carpino, ha come tema gli “Ambiti di studio e ricerca della Carta di Calenella”, affinché altri studiosi ci mettano a conoscenza dei settori disciplinari di ricerca di cui si sono occupati nel passato o di cui si stanno occupando al presente.
Anche questa adunanza, come la precedente di Rodi Garganico, presenta un numero ridotto di dissertazioni, in modo tale da permettere nella sessione pomeridiana, che si svolgerà presso l’Agriturismo Biorussi dalle ore 16, la nuova esperienza dei presidi culturali, il primo dei quali ha riguardato gli agrumeti del Gargano è si è svolto a Rodi Garganico il 24 febbraio 2023, sperimentando la formula di immergersi nelle emergenze socio-ambientali del territorio con tutte le sue competenze di studio, ricerca, approfondimento della Carta di Calenella, producendo documentazioni video, foto, articoli di conoscenza e di sensibilizzazione.
Nell’adunanza del 25 marzo, che si svolgerà presso l’auditorium del Liceo Scientifico “Padre Giulio Castelli” di Carpino dalle ore10, dopo l’introduzione dell’assessore alla Cultura Caterina Foresta e i saluti del sindaco Rocco Di Brina e del dirigente scolastico Claudio Costanzucci, si alterneranno le seguenti dissertazioni relative a esperienze di studio, di ricerca, di produzione culturale in ambiti diversificati e multidisciplinari:
Federico Massimo Ceschin (La ricerca di approcci, modelli e sistemi per la sostenibilità nel turismo); Italo Magno (Lo spirito della terra.);
Arbri Merkaj (Storia di un albanese ben integrato in Puglia, custode del patrimonio culturale della terra d’origine e di accoglienza e ambasciatore del Patto Europeo per il Clima);
Giovanni Rinaldi (La storia orale: tra memoria e biografia, antropologia e storia).
La sessione pomeridiana dedicata al presidio culturale sull’olivicoltura del Gargano avrà i seguenti contributi di approfondimento:
Michele Eugenio Di Carlo: L’olivicoltura del Gargano nel contesto agricolo di fine Settecento;
Grazia Savino: L’olivicoltura nell’archeologia;
Nello Biscotti: L’olivicoltura tradizionale del Gargano;
Giuseppe Caputo: L’olivicoltura di Carpino.
Evento con il Patrocinio gratuito del Comune di Carpino
AL VIA LE TRE GIORNATE DI SCRITTURA CREATIVAORGANIZZATE DAL TEAM DEL CONCORSO LETTERARIO “IL ROVO” ALL’IISS DE ROGATIS – FIORITTO”, SEDE CAGNANO VARANO (FG)
Uno spazio che cresce e una collaborazione che stringe vincoli più forti, di anno in anno.
Raccontare di sé, raccontare la propria realtà, è un’opportunità che va data anche ai giovani autori. Essi sono il futuro del mondo e la loro opinione, i loro pensieri sono degni della massima attenzione da parte del mondo adulto. Il laboratorio vuole essere un’occasione per fare pratica di narrativa, dunque lavoreremo sulla scrittura negli unici due modi possibili: scrivendo e leggendo.
Il progetto è promosso dal Consiglio regionale della Puglia nell’ambito dell’Avviso pubblico “Futura. La Puglia per la parità”, il cui obiettivo è la realizzazione di progetti culturali che consentano la comprensione della dimensione della disparità tra i generi e la decostruzione degli stereotipi.
Le giornate e gli orari ipotizzati potrebbero subire lievi modifiche.
PROGRAMMA ANALITICO del seminario:
PRIMA GIORNATA: 23 Marzo 2023, dalle ore 16:00 alle ore19:00 (3 ore)
La magia di un racconto è la sua capacità di costruire un mondo. Basta una frase. Una frase e il narratore apre uno spazio che il lettore e la lettrice sono invitati ad abitare.
Introduzione al racconto breve.
Chi parla? Il narratore e il punto di vista.
Il personaggio.
SECONDA GIORNATA: 24 Marzo 2023, dalle ore 16:00 alle 19:00 (3 ore)
Il ritmo, la punteggiatura.
Il tempo, lo spazio e le scene, descrizioni del racconto.
Esercizi di scrittura. Editing e revisione.
Il programma delle due Giornate di scrittura creativa si incontrerà anche sulla lettura ed analisi di una selezione di racconti brevi, che potranno servire come modello e palestra per i momenti laboratoriali.
Italo Calvino, Marcovaldo / Funghi in città (1963)
Serena Dandini, Casa dolce casa (2020)
Maria Pia La Torre, Game over (2022)
Informativa/formativa sull’organizzazione del concorso letterario IL ROVO, dalla sua genesi fino all’evento della serata finale. Verrà spiegato ai ragazzi che potranno prendere parte alla creazione dell’evento ottenendo dei crediti formativi
TERZA GIORNATA: 25 Marzo 2023, dalle ore 10:00 alle ore 11:00 (1 ora)
Incontro – dibattito sui lavori svolti per promuovere la “interdipendenza di celebrazione” (dal “cooperative learning” di D. Johnson, R. Johnson, E. Holubec) per rafforzare nei ragazzi il senso di appartenenza al gruppo e il senso di autoefficacia.
Le classi degli alunni partecipanti potranno essere presenti a questo momento di condivisione.
A conclusione verranno consegnati gli attestati di partecipazione e le antologie del Rovo.
Si auspica la presenza del Dirigente Scolastico Dott. Francesco Donataccio e degli insegnanti coinvolti nel progetto, nonché la presenza delle Istituzioni nella figura del Sindaco Dott. Michele Di Pumpo, dell’Assessore alla Cultura Michele Coccia e della Presidente della Pro Loco Sara Scirocco, qualora la Istituzione scolastica intenda dare risalto e coralità all’itinerario formativo sperimentato.
Continuano le pubblicazioni del medico che ama il linguaggio della sua terra.
La sua opera vuole reagire alla fluida e imperante babele del web secondo l’esigenza di un razionale unitario sistema ortografico
Proseguono le pubblicazioni di Francesco Granatiero, importante poeta e dialettologo di Mattinata, come independently published (autore indipendente) sulla piattaforma Amazon.
Francesco Granatiero, nativo di Mattinata, vive da oltre cinquant’anni a Torino, dove si è laureato in medicina e ha lavorato presso l’ospedale di Rivoli.
Dopo “Restuccenne (Spigolando)”, pubblicato il 24 febbraio, e “Curlicchie: Le avventure di Pinocchio in pugliese”, edito il 28 febbraio, il 6 marzo è uscito il volume “Grafia dialettale del Centro-Meridione”. Tutti e tre i libri sono nel doppio formato: cartaceo e kindle.
“Curlicchie: Le avventure di Pinocchio in pugliese” si ispira alla fiaba di Carlo Collodi che Francesco Granatiero traspone, con indubbia originalità linguistica e narrativa, nel dialetto apulo-garganico di Mattinata.
“Restuccenne (Spigolando)” comprende versioni in dialetto pugliese di liriche dei grandi autori della letteratura mondiale: Jacopone da Todi; Dante Alighieri; William Shakespeare; Giuseppe Gioachino Belli; Giacomo Leopardi; Giosuè Carducci; Gianni Rodari fino ad arrivare a Giovanni Tesio.
Un quadro sinottico della grafia unitaria delle lingue locali è approfondito da Granatiero nel terzo volume “amazoniano”: “La Grafia dialettale del Centro-Meridione“. È indubbiamente un interessante saggio linguistico, «nato accordando, sullo stesso pentagramma, amore per la poesia e passione dialettologico» come afferma l’autore nell’abstract.
Lo studio di Granatiero, «improntato a serietà e buon senso, vuole reagire alla fluida e imperante babele del web, rispondendo all’esigenza di un razionale e unitario sistema ortografico che soddisfi la necessità di chiarezza tra autori dialettali e lettori del Centro-Meridione della Penisola». In tale prospettiva, adotta criteri di scrittura piana, priva o quasi di segni diacritici, in una convenzione allargata, che non può e non deve prescindere dal gusto, evitando ogni ridondanza, soprattutto poetica.
«Il manuale – che secondo l’Autore è il primo nel suo genere – non è l’ortografia di improponibili sovralingue, ma soltanto una proposta per scrivere ogni singolo dialetto, con le sue particolari caratteristiche, fonetiche, morfologiche, sintattiche e lessicali, nel modo più semplice e condiviso, cioè secondo la grafia dell’italiano».
Francesco Granatiero, dopo qualche plaquette poetica in italiano, si è rivolto al dialetto apulo-garganico, pubblicando una quindicina di volumetti, in parte raccolti in “Passete” (Interlinea 2008), “Varde” (Aguaplano 2016) e “Sporeve” (Aragno 2019), oltre che in “Premeture Guidaleschi”. Poesie 1975-2019 (Aguaplano, 2019).
In parallelo ha dato alle stampe molte opere a carattere linguistico, culminate nel fondamentale “Vocabolario dei dialetti garganici” (Grenzi 2012) e vari saggi di critica letteraria.