Nell’immaginario collettivo, in questa chiesa “si venivano a prendere i bambini”, dono della Madonna.
Una suggestiva leggenda, tramandata da Michelantonio Fini, è ancora viva nel ricordo popolare. Nel cuore della notte, in vicinanza del “nodo” roccioso di Peschici, un veliero proveniente dalle coste della Dalmazia fu sorpreso da un fortunale. L’acqua, implacabile, sferzava i marinai e i pennoni. Il vento fischiava impetuoso. Ogni speranza di salvezza sembrava perduta. A un tratto, sulla cima del monte, sospeso fra terra e cielo, ecco un guizzo come di stella, una luce sperduta nella pineta.
I naufraghi sapevano che in quella direzione vi era una chiesetta solitaria: vi dimorava una Madonnina bella e pietosa, padrona dei boschi e delle marine, signora della vita e della morte. Piangendo, si prostrarono in ginocchio: ”Salvaci Tu, Stella del mare, salvaci, per pietà!”
La preghiera fu prontamente esaudita. Tutti furono salvi, barca e marinai. Per ex voto, la chiesetta fu ricostruita, bella e grande come la barca salvata…
La festa della “Vergine di Loreto” si celebra (tempo permettendo…) il lunedì successivo alla Pasquetta. E’ tradizione preparare graziosi dolci come i “can’strillë”, a forma di cestelli con un uovo in mezzo, e altre specialità come i “panettelle” e i “culace“.
A montare le corone fu Giovanna Iervolino, stilista e maestra orafa, che ce ne ha raccontato la storia: “Circa sei anni fa, ci fu a Peschici una raccolta di oro (pezzi nuovi, vecchi e rotti). Venne nel mio negozio la signora Pupillo – “Graziellë ’u pustìnë” – per propormi la realizzazione della corona del Bambino della statua che si trova nella chiesa della Madonna di Loreto. La testa del Bambino era piccolina e fu per me un lavoro relativamente veloce e facile da realizzare. Infatti, il Bambino fu incoronato subito, ma all’insaputa di tutti (per evitare furti). Era rimasto ancora parecchio oro e mi fu proposto di realizzare anche la corona della Madonna. Da precisare che non ho fatto questo lavoro per scopo di lucro, la mia opera più le pietre sono donazione mia e della mia famiglia. In più anche mia suocera che vive in Calabria, entusiasta, mi ha consegnato dell’oro. Proprio in virtù di questa gratuità, non è stato posto un termine di consegna. Dopo quattro anni ho completato la corona della Vergine. L’arcivescovo Domenico D’Ambrosio, vedendola, fu subito preso da un’indescrivibile euforia: ‘Dobbiamo incoronare la Madonna nel giorno della sua festa!’ E così è stato.”
Giò Iervolino ci svela anche il significato simbolico del materiale utilizzato per confezionare la corona della Madonna: “E’ ora di spiegarlo, forse è passato un po’ di tempo, ma meglio tardi che mai! Un giorno venne una signora nel mio laboratorio chiedendo spiegazioni sui colori e materiali usati nella realizzazione della corona della Madonna di Loreto. In una visione d’insieme, i colori della corona sono l’azzurro il blu e il bianco, tipici della Vergine.
Ma la sola prospettiva frontale non ci permette di percepire il resto.
Spostandoci sui due lati, ci sono due coralli rossi, che rappresentano le fiamme dell’incendio di Peschici del 24 luglio 2007, che hanno lambito il Santuario. L’ho interpretato col corallo poiché è un elemento marino, Peschici è circondata dal mare. Il corallo é posto su una lamina a forma di cuore, che si ripete su tutta la corona.
Sulla lamina successiva c’è un albero verde in giada, che raffigura il verde degli alberi del Gargano, nello specifico la Foresta umbra.
Guardando la corona dall’alto, si vede una stella di perle (altro elemento marino), la Madonna infatti è anche detta stella maris (stella del mare ), quell’astro che illuminò i marinai durante la tempesta. Sopra c’è una croce, è lei la Madre di Cristo! Se la corona fosse stata tutta bianca e azzurra sarebbe stato un semplice monile, ma questa è una corona speciale: la corona della Madonna di Loreto!”.
Stanotte parto, ho appuntamento all’aeroporto di Bari con Sveva che arriva da Lione. In auto facciamo l’Autostrada A14 Adriatica fino al casello di Poggio Imperiale, da lì prendiamo la SS693, bypassiamo i laghi di Lesina e di Varano fino a Cagnano Varano, da lì procediamo lungo la SS89 e superiamo Rodi e San Menaio per giungere fino a Peschici.
Sveva ritorna a Peschici per rendere omaggio alla Madonna di Loreto.
A Peschici, sono onorato di portarcela io.
Beniamino Piemontese
Autore di “Sveva”, racconto vincitore del Premio letterario indetto dal Comune di Peschici, pubblicato dall’Associazione Ideale Osservatorio Torre di Belloluogo)
http://www.torredibelloluogo.com/Sveva.htm